A rischio chiusura il Casinò di Venezia

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Il Casinò di Venezia rischia di chiudere i battenti.

Se la causa da 17 milioni di Euro con i sindacati dovessere essere persa, verrebbero a mancare i presupposti per garantire la continuità aziendale della più antica casa da gioco del mondo.

Da gioconews.it

“Se nella denegatissima ipotesi i ricorrenti dovessero risultare vittoriosi la società sarebbe condannata ad un importo il cui costo per l’azienda è stimato in circa 17 milioni di euro per 155 persone (di cui 70 cessati), per un valore unitario di 109.000,00. Una simile condanna determinerebbe l’impossibilità di garantire la continuità aziendale, infatti, la perdita di conto economico sarebbe di una entità tale da portare in negativo il patrimonio netto e viste le somme in gioco il socio Comune non avrebbe la possibilità di ricapitalizzare come non potrebbe assorbire un minor trasferimento in termini di entrate nel proprio bilancio, se non a rischio di un disequilibrio finanziario ed economico strutturale per l’Ente”. Questo quanto evidenziato in una nota di cui ha dato lettura l’assessore al Bilancio e Partecipate del Comune di Venezia, Michele Zuin, nel corso del consiglio comunale di ieri 30 novembre (durante il quale, sul tema, è intervenuto anche il sindaco Luigi Brugnaro), in riferimento alla prossima decisione della Corte d’Appello di Venezia in merito al ricorso sul riconoscimento di un meccanismo di salvaguardia della mance da parte di alcuni dipendenti del Casinò di Venezia. “Pertanto in questa ipotesi non rimarrebbe altro che l’avvio di una procedura concorsuale che metterebbe a rischio l’operatività e il posto di lavoro di tutti i 527 dipendenti, con il relativo indotto (stimato in oltre 200 persone)“.

Non solo, l’assessore ha dato conto anche delle altre cause sindacali che si stanno portando avanti in questi mesi, ossia quella per il riconoscimento degli effetti della norma transitoria del vecchio Cal ai dipendenti assunti ante 1999. “In data 31 ottobre 2017 una trentina di lavoratori ante 1999 hanno impugnato il Regolamento aziendale di lavoro sostenendo che i benefici economici previsti dal vecchio Cal per questi lavoratori siano delle voci retributive consolidate ed entrate a far parte del contratto di lavoro individuale di ciascuno. Sempre nella denegata ipotesi di accoglimento di questa causa la cui sentenza potrebbe essere emessa nel corso del 2018 gli effetti sul bilancio della società sarebbero pari a circa 3,9 milioni di euro annui di maggiori costi con un impatto nel bilancio 2017 (e quindi con un obbligo di accantonamento) di circa 1,9 milioni di euro per il consolidamento di una premialità riguardante circa 150 lavoratori”. Ancora, la causa per comportamento Antisindacale ex art. 28 dello statuto dei lavoratori: “Il 23 novembre 2017 (nel pieno delle trattative sindacali su un possibile nuovo Cal come sopra detto), le cinque sigle sindacali maggiormente rappresentative delle società hanno notificato un ricorso ex art. 28 L. 300/1970 lamentando l’antisidacalità del recesso unilaterale dal Cal e dell’applicazione sempre in via unilaterale di un regolamento di disciplina dei rapporti di lavoro e chiedendo il ripristino del vecchio Cal a far data dal primo luglio 2017. L’udienza è fissata per il prossimo 15 dicembre 2017 e, vista la natura del procedimento, la sentenza potrebbe essere emanata entro fine anno. Sempre nella denegata ipotesi di accoglimento del ricorso gli effetti sul bilancio della società sarebbero pari a circa 4,5 milioni di euro di maggiori costi e con un impatto potenziale di una perdita di conto economico di pari importo. E’ del tutto evidente che in una tale situazione di impossibilità di azione su una parte consistente dei costi aziendali, così come già approvato dal Consiglio Comunale con la Deliberazione n. 19 del 24 maggio 2017, si dovrebbe dare attuazione al piano di risanamento e rilancio procedendo con la chiusura temporanea della sede di Cà Vendramin (che si ricorda produrre una perdita di esercizio di circa 18 milioni di euro all’anno) e la conseguente apertura di una procedura di esubero di circa 150 dipendenti”. Tuttavia, ha evidenziato Zuin, la causa dagli effetti più pesanti è quella sul riconoscimento delle mance, “che determinerebbe, in caso di esito sfavorevole, conseguenze probabilmente non assorbibili nemmeno con la chiusura della sede di Cà Vendramin